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Azioni globali
Le multinazionali riescono a prosperare in tempi difficili
Jody Jonsson
Gestore di portafoglio azionario

In qualità di gestore di portafoglio, investo in molte grandi società multinazionali. La domanda che mi pongono più di frequente oggi è se mi preoccupa l'impatto della deglobalizzazione. I rischi sono evidenti: escalation delle tensioni tra Stati Uniti e Cina, guerra in Ucraina, aumento delle barriere commerciali, interruzione delle catene di approvvigionamento, un dolente mercato ribassista e il rallentamento dell'economia globale.


In questo scenario turbolento, le società multinazionali non sono le più vulnerabili?


Direi piuttosto il contrario. In parole semplici, le multinazionali godono in molti versi di un miglior posizionamento per navigare in un contesto incerto e sviluppare soluzioni efficaci per affrontare i cambiamenti destabilizzanti. Il primo fra tutti è un approccio di business sempre più "multi-locale", che le avvicina ai consumatori di tutto il mondo.


Ecco quattro motivi per cui sono ancora ottimista sul fatto che le multinazionali possano prosperare in tempi difficili:


1.  Le multinazionali sono in grado di adattarsi alle tensioni tra Stati Uniti e Cina


Quando ho presentato per la prima volta questa mia tesi, ormai qualche anno fa, la guerra commerciale sino-americana aveva appena fatto la sua comparsa sulle prime pagine dei giornali. Da allora, abbiamo assistito a un saliscendi.


Le due principali economie mondiali si sono colpite a vicenda con dazi onerosi e altre restrizioni commerciali. La Cina ha rafforzato gli scambi commerciali con la Russia, malgrado le sanzioni internazionali imposte da Stati Uniti ed Unione europea all'indomani dell'invasione dell'Ucraina lo scorso anno. E solo poche settimane fa i rapporti sono diventati ancora più tesi quando l'esercito statunitense ha abbattuto un presunto pallone-spia che a detta di Washington sarebbe stato inviato dalla Cina per studiare i sistemi di difesa americani.


Tralasciando i problemi attuali, passerà ancora parecchio tempo prima che gli Stati Uniti e la Cina possano risolvere controversie più radicate in materia di furto di proprietà intellettuale e ingenti sussidi alle imprese statali cinesi. Per risolvere questi problemi spinosi – se mai si riuscirà – potrebbero volerci anni o addirittura decenni.


Nel frattempo, le aziende che operano in tutto il mondo stanno facendo quello che sanno fare meglio: trovare nuovi modi per adattarsi e avere successo a prescindere dai crescenti ostacoli.


Ad esempio, nel settore dei chip per computer, Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (TSMC) e il produttore di chip ASML stanno ampliando le proprie attività in tutto il mondo. A balzare particolarmente all'occhio è l'impresa di TSMC, che sta costruendo nuovi impianti produttivi in Arizona e Giappone, mentre la controparte con sede nei Paesi Bassi, ASML, sta investendo più silenziosamente nel consolidamento delle proprie attività in Germania, Connecticut e California. La costruzione di nuovi stabilimenti potrebbe favorire Caterpillar, il più grande produttore mondiale di attrezzature per l'edilizia, che sembra destinato a registrare una maggiore domanda di prodotti per impieghi gravosi.


Questi sono esempi delle tipologie di società che mi piace chiamare "campioni globali". Come gruppo, tendono a mostrare un buon andamento in quasi tutti gli scenari. Possono senz'altro affrontare i momenti difficili, ma possono anche riposizionarsi per avere successo quando la situazione migliora.


Le multinazionali hanno sovraperformato il mercato

Fonti: Capital Group, Refinitiv Datastream. L'indice FTSE Multinationals comprende le società che generano più del 30% dei loro ricavi al di fuori della loro regione d'origine. Dati al 31/01/2023. I risultati passati non sono predittivi dei risultati dei periodi futuri.

2.  Team di gestione esperti sanno gestire le sfide


Su cosa si basa il mio spiccato ottimismo? Non è un caso se le multinazionali sono arrivate a dominare l'economia e i mercati finanziari globali. Nella maggior parte dei casi, queste realtà sono gestite da manager brillanti, resilienti ed esperti. Hanno operato in qualsiasi tipo di contesto commerciale, dai più favorevoli ai più ostili. A mio avviso, queste società temprate dall'esperienza godono di un posizionamento favorevole per sopravvivere e persino prosperare in condizioni avverse.


Nestlé è un buon esempio di come una multinazionale possa attingere a soluzioni high-tech per semplificare le operazioni della sua catena di fornitura. Negli ultimi anni, il gigante del settore alimentare si è affidato sempre più alla blockchain – meglio conosciuta come la base della tecnologia legata al bitcoin – per garantire una consegna dei prodotti più rapida, trasparente e conveniente. I dati della blockchain disponibili pubblicamente non solo consentono all'azienda di monitorare il sourcing della catena di fornitura in modo più efficiente, ma specificano anche l'origine esatta dei prodotti che i clienti desiderano acquistare. Per sapere ad esempio da dove provengono dei chicchi di caffè, basterà scannerizzare un codice a barre.


Per gli investitori è importante evitare di prestare troppa attenzione alle speculazioni su commercio, protezionismo e conflitti geopolitici. È facile perdersi nei proclami politici sull'acciaio o sui semiconduttori o su qualunque altro prodotto finisca nel mirino. Pressoché ogni giorno vengono pubblicati dati contrastanti e perlopiù irrilevanti. Se questi conflitti commerciali dovessero allontanare gli investitori dalle multinazionali, vorrebbe dire che un'eccessiva preoccupazione per i proclami retorici sta impedendo alle persone di investire con successo nel lungo termine.


Le società globali perlustrano il mondo intero in cerca di clienti

Fonti: Capital Group, FactSet. I ricavi per regione sono stimati da FactSet sulla base degli ultimi dati pubblicati. Al 24/02/2022.

3.  Alcune società potrebbero beneficiare della rilocalizzazione delle catene di approvvigionamento


Molte società globali stanno operando con successo sui mercati locali, anziché lasciarsi intimidire delle barriere commerciali. Sta diventando sempre più importante per le multinazionali che luogo di produzione e vendita coincidano. Per poter avere successo, devono muoversi velocemente e reagire in maniera efficace alla concorrenza locale.


Non è tutto: molte aziende globali stanno abbandonando le catene di approvvigionamento basate su un'unica fonte. Affidabilità e resilienza sono più importanti dei costi e dell'efficienza. Ciò significa riportare "in patria" alcune attività manifatturiere (il cosiddetto "reshoring") e spostarne altre all'estero, ad esempio in India, Vietnam e Messico.


Nike, il colosso dell'abbigliamento sportivo, ottimizza questo approccio con le sue iniziative di vendita "iper-locali". Ad esempio, ha aperto un negozio le cui scorte di calzature si basano sui dati relativi alle tendenze d'acquisto online nelle zone limitrofe. Più locale di così non si può. In Europa, Nike ha avviato un progetto di filiera produttiva "lampo" che consente di personalizzare colori e materiali in base alle preferenze dei singoli clienti in tutte le città in cui è presente.


Visa e Mastercard stanno adottando un approccio per molti versi simile nel mercato dell'elaborazione elettronica dei pagamenti, personalizzando le soluzioni non solo in base alle preferenze dei clienti locali ma anche alle norme finanziarie vigenti nel mondo. Entrambe le società sono cresciute a ritmi salutari, evolvendosi e adattandosi all'arrivo di concorrenti sempre nuovi nel settore del fintech.


Le società che hanno superato con successo la crisi del COVID sono riuscite a espandere rapidamente le proprie offerte online, localizzare le fonti di approvvigionamento, produrre più vicino a dove vendono e attingere a più fornitori in tutto il mondo. Questo contesto imprevedibile ha contribuito a rafforzare le multinazionali che disponevano delle competenze, delle risorse e della liquidità necessari ad adattarsi con la massima velocità.


Si è affermata una nuova tipologia di multinazionali

Fonti: Capital Group, FactSet, RIMES. Include tutte le società dell'Indice MSCI Emerging Markets Investable Markets Index (IMI) al 31/12/2000 e al 31/12/2022.

4.  I campioni globali prosperano nei mercati emergenti


Sotto molti aspetti, questa strategia multi-locale è cruciale per le aziende di Stati Uniti, Europa e Giappone che siano determinate a rimanere rilevanti o a espandersi in mercati emergenti più dinamici. Molti di questi paesi – Cina, India, Brasile ecc. – stanno nutrendo i propri colossi multinazionali ma anche concorrenti di minori dimensioni concentrati su singoli paesi, lasciando indietro i protagonisti globali del passato.


Un esempio è Mercado Libre: spesso chiamato "l'Amazon.com dell'America Latina", ha svolto un encomiabile lavoro di difesa del proprio territorio proprio dall'azienda con cui viene spesso confrontato. Uno dei principali vantaggi di Mercado Libre è il ricorso più intensivo a venditori terzi – molti con sede in America Latina – il che offre ai clienti locali un maggiore accesso a beni provenienti dalla zona attraverso una piattaforma online rapida ed efficiente.


Un rischio significativo per alcune multinazionali di grandi dimensioni è che potrebbero soffrire la concorrenza di realtà più piccole, ma meglio radicate nei mercati locali. A mio avviso, questa dinamica rappresenta una minaccia molto più rilevante di qualunque problema geopolitico o commerciale.


I consumatori dei mercati emergenti ricercano marchi di cui potersi fidare e aziende che conoscano la realtà locale. Pertanto, le grandi multinazionali in grado di scomporsi, pensare localmente, muoversi agilmente e lanciare prodotti velocemente dovrebbero avere maggiori chance di successo nel lungo termine.


Al contempo, questo mutamento del panorama globale è una buona notizia per gli addetti alla selezione dei titoli, che si concentrano sulla ricerca fondamentale. Non tutte le aziende ottengono i risultati auspicati, ed è nostro compito "separare il grano dal loglio".


Se siete disposti ad accettare qualche turbolenza a breve termine per ottenere benefici nel lungo periodo, questo è il momento ideale per investire in modo attivo.



Jody Jonsson è un gestore di portafogli azionari con 31 anni di esperienza negli investimenti, di cui 29 in Capital. Ha conseguito un MBA a Stanford e una laurea a Princeton. Jody è titolare di CFA e membro del CFA Institute.


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