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Prospettiva economica: gli Stati Uniti alimentano la crescita globale
Darrell Spence
Economista
Pramod Atluri
Gestore di portafoglio a reddito fisso
Brad Freer
Gestore di portafoglio

Gli Stati Uniti, sfruttando la propria forza come prima economia mondiale, stanno ancora una volta ricoprendo il ruolo cruciale di motore della crescita globale. Mentre l'Europa e la Cina faticano a causa della debole attività economica, gli Stati Uniti, l'India e, in misura minore, il Giappone stanno mostrando segni di resilienza, evidenziando una divergenza tra i principali attori dell'economia mondiale.


Nonostante i tassi d'interesse più elevati e l'inflazione sostenuta, il Fondo Monetario Internazionale prevede che l'economia statunitense crescerà quest'anno a un ritmo più che doppio rispetto agli altri principali Paesi sviluppati. Il FMI ha recentemente rivisto al rialzo le previsioni di crescita USA al 2,7%, rispetto allo 0,8% per l'Europa. Inoltre, la forza dell'economia statunitense trainata dai consumi sta contribuendo a sostenere la crescita anche nel resto del mondo.


"Un tempo si diceva che se gli Stati Uniti starnutivano, il resto del mondo avrebbe preso il raffreddore. Può anche essere vero il contrario", afferma Darrell Spence, economista di Capital Group. "Quando viaggiano a tutta velocità, gli Stati Uniti possono favorire altre economie orientate all'export".


USA e India generano forti fattori di sostegno per l'economia globale


Vengono visualizzate le condizioni economiche dei vari Paesi e il loro impatto sull'economia globale. Ci sono due assi. L'asse orizzontale è etichettato come "fattori sfavorevoli a breve termine" all'estremità sinistra e "fattori favorevoli a breve termine" all'estremità destra. L'asse verticale è etichettato come "fattori favorevoli a lungo termine" in alto e "fattori sfavorevoli a lungo termine" in basso. I cerchi in alto o in basso rispetto all'asse orizzontale o a sinistra o a destra dell'asse verticale rappresentano i Paesi. La dimensione dei cerchi indica la relativa forza o debolezza dell'economia di ciascun Paese. Stati Uniti, India e Giappone sono posizionati verso la "crescita resiliente" e i "fattori favorevoli a breve termine", suggerendo che stanno generando un forte slancio positivo per l'economia globale. Al contrario, la Cina è più vicina alla "crescita fragile" e ai "fattori sfavorevoli a breve termine", mentre l'Unione europea, l'Australia, il Canada e il Regno Unito sono sparsi tra "crescita fragile" e "fattori sfavorevoli a lungo termine". L'Unione europea è mostrata principalmente nel quadrante della "crescita fragile" con un segmento che rientra parzialmente nel quadrante in alto a sinistra.

Fonte: Capital Group. Le posizioni dei Paesi sono stime previsionali degli economisti di Capital Group ad aprile 2024 e includono un mix di caratteristiche quantitative e qualitative. I fattori favorevoli e i fattori sfavorevoli a lungo termine si basano su fattori strutturali quali debito, dati demografici e innovazione. I fattori di sostegno e quelli sfavorevoli a breve termine si basano su fattori ciclici come forza lavoro, edilizia abitativa, spesa, investimenti e stabilità finanziaria. Le dimensioni dei cerchi sono utilizzate per approssimare le dimensioni relative di ciascuna economia (in USD) e sono fornite al solo scopo illustrativo.

Spence è più ottimista del FMI. Ritiene che l'economia statunitense crescerà a un tasso più vicino al 3,0% quest'anno, poiché i consumatori continuano a spendere, il mercato del lavoro rimane rigido e i produttori investono in catene di approvvigionamento di nuova diversificazione. Nel frattempo, i timori di recessione - diffusi solo un anno fa - non sono più dati per assodati.


"La maggior parte delle persone pensava che, dopo che la Federal Reserve avesse aumentato i tassi d'interesse in modo così aggressivo come ha fatto, gli Stati Uniti si sarebbero ritrovati nel bel mezzo di una recessione", aggiunge Spence. "È sorprendente, persino per me, il fatto che non abbiamo assistito a una maggiore debolezza economica".


L'inflazione è in calo ma in fase di stallo


Guardando al futuro, molto dipenderà dall'andamento dell'inflazione. L'economia statunitense ha continuato a crescere a fronte di un'elevata inflazione e di un tasso sui Federal funds attualmente ai massimi degli ultimi 23 anni. Ora si colloca in un intervallo dal 5,25% al 5,50%, in aumento da quasi zero circa due anni fa.


"L'economia statunitense si è adattata bene a questo nuovo contesto di tassi", afferma Pramod Atluri, gestore di portafoglio a reddito fisso.


La battaglia della Fed contro l'inflazione ha fatto significativi progressi, contribuendo a spingere al ribasso gli aumenti dei prezzi al consumo dal 9,1% di giugno 2022 a un intervallo del 3-4% negli ultimi mesi. Tuttavia, questo dato è ancora al di sopra dell'obiettivo del 2% della Fed, circostanza che porta a domandarsi se la banca centrale taglierà i tassi quest'anno o rimarrà ferma. Stando alle loro esternazioni pubbliche, i funzionari della Fed sembrano orientati verso il taglio.


L'inflazione sta diminuendo in tutto il mondo, ma questo giustifica il taglio dei tassi?


Un grafico a linee a doppio pannello mostra l'andamento della variazione annuale dell'Indice dei prezzi al consumo (IPC) in alto e i tassi di riferimento in quattro regioni: Regno Unito, Stati Uniti, Eurozona e Giappone in fondo, tra il 31 gennaio 2020 e il 30 aprile 2024, con le stime fino a gennaio 2026. Il pannello superiore, denominato "Variazione annuale dell'IPC (%)", mostra un picco d'inflazione intorno all'inizio del 2022, seguito da una tendenza al ribasso per tutte le regioni. Il Regno Unito raggiunge un picco dell'11,05%, gli Stati Uniti del 9,06%, l'Eurozona del 10,6% e il Giappone del 4,30%. Le linee tratteggiate rappresentano le stime future che continuano la tendenza al ribasso per tutte le regioni, tranne il Giappone, che mostra un lieve aumento dopo il 2024. Il pannello inferiore, denominato "Tassi di riferimento delle banche centrali (%)", illustra una traiettoria al rialzo per tutte le regioni, con tassi di riferimento impliciti di mercato che suggeriscono aumenti nel tempo. Il Regno Unito parte dallo 0,75% e sale al 5,25%; gli Stati Uniti partono dall'1,75% e salgono al 5,50%; l'Eurozona parte in territorio negativo a -0,50% e sale al 4%; il Giappone parte in territorio negativo a -0,10% e sale allo 0,10%. I grafici indicano che mentre l'inflazione (IPC) è in calo, i tassi di riferimento sono in aumento, il che potrebbe suggerire che i tagli dei tassi potrebbero non essere giustificati solo sulla base di questi dati.

Fonti: Capital Group, Bloomberg Index Services Ltd., FactSet, Fondo Monetario Internazionale (FMI). Dati sull'inflazione al 30 aprile 2024, tranne che per i dati relativi al Giappone al 31 marzo 2024. Stime del FMI al mese di aprile 2024. I tassi di riferimento rappresentano il tasso sui prestiti interbancari overnight. I dati sull'inflazione sono espressi utilizzando l'Indice dei prezzi al consumo (IPC), una misura della variazione media nel tempo dei prezzi pagati dai consumatori urbani per un paniere di mercato di beni e servizi al consumo. I tassi di interesse impliciti nel mercato si basano sui prezzi dei contratti sui mercati a termine e si riferiscono al 23 maggio 2024.

Il Presidente della Fed Jerome Powell ha identificato due strade che giustifichino un taglio dei tassi: una debolezza inaspettata del mercato del lavoro o un calo sostenibile dell'inflazione al 2%. Come spesso afferma Powell, la politica della Fed rimane "dipendente dai dati".


Atluri è ottimista sul fatto che gli aumenti dei prezzi si avvicineranno all'obiettivo della Fed nella seconda metà di quest'anno. Ciò è dovuto in gran parte al fatto che gli incrementi dei canoni di locazione, motivo principale per cui l'inflazione core rimane elevata, continuano a migliorare moderatamente.


Altrove nel mondo, le previsioni di crescita e inflazione sono più deboli rispetto agli Stati Uniti e le banche centrali dovrebbero tagliare i tassi più rapidamente. L'Europa sta combattendo contro una crescita economica inferiore all'1%. L'economia cinese, colpita da una grave flessione del mercato immobiliare, mostra segni di ulteriore debolezza mentre la seconda economia mondiale raggiunge un livello di "maturità" dopo quasi 30 anni di crescita ininterrotta.


Mercati emergenti: l'ascesa dell'India


Al contrario, l'India brilla come una stella nel cielo dei mercati emergenti. Secondo le proiezioni del FMI, l'economia indiana dovrebbe crescere a un tasso del 6,8% quest'anno. E il suo mercato azionario ha fornito alcuni dei migliori rendimenti al mondo negli ultimi anni, basandosi sull'Indice MSCI India.


Mentre il mondo post-pandemia adotta nuove e diverse catene di approvvigionamento, molte aziende guardano all'India come fonte aggiuntiva di capacità produttiva man mano che l'economia cinese si accinge al grado di maturità. Ad esempio, l'India è diventata una valida alternativa per quanto riguarda la produzione di telefoni cellulari, elettrodomestici, prodotti farmaceutici e altri prodotti tradizionalmente associati alla base manifatturiera cinese.


Cina e India: una storia di due mercati azionari in divenire


Grafico a linee che mostra la ponderazione per Paese nell'Indice MSCI Emerging Markets, espressa in percentuale, dal 2001 al 2024. Ci sono due linee, una che rappresenta la Cina e l'altra l'India. L'asse delle ascisse indica gli anni, mentre l'asse delle ordinate mostra il peso percentuale dallo 0% al 45%. La linea della Cina parte dal 5,40% il 31 gennaio 2002, aumenta bruscamente fino a raggiungere il picco del 43,24% circa il 31 ottobre 2020, per poi scendere al 25,13% il 31 marzo 2024. La linea dell'India inizia al 5,68% il 31 gennaio 2002 e aumenta gradualmente nel tempo fino al 17,70% il 31 marzo 2024. L'area ombreggiata che inizia alla fine del 2020 e termina il 31 marzo 2024 evidenzia l'ascesa dell'India e il tracollo della Cina.

Fonti: MSCI, RIMES. I dati riportati vanno dal 31 gennaio 2020 al 31 marzo 2024.

L'ascesa dell'India racconta anche di una tendenza più ampia in altri mercati emergenti. La crescita delle infrastrutture sta accelerando, i nuovi centri manifatturieri stanno stimolando le economie regionali e la transizione energetica mondiale sta spingendo gli investimenti esteri verso un mix più ampio di Paesi in via di sviluppo.


"L'assetto dei mercati emergenti è interessante", afferma Brad Freer, gestore di portafoglio azionario. "La diversificazione delle catene di approvvigionamento da parte delle multinazionali è un'opportunità interessante per Paesi come l'India, il Messico e l'Indonesia, perché amplia le possibilità di investimento per i produttori degli Stati Uniti e dell'Europa. Nel frattempo, il marcato sell-off in Cina ha creato opportunità per investire selettivamente in aziende con forti flussi di cassa e quote di mercato dominanti".


Inoltre, la maggior parte dei mercati emergenti scambia a valutazioni più basse in termini di rapporto prezzo/utili negli ultimi 10 anni, osserva Freer, e le banche centrali di molti Paesi in via di sviluppo hanno ampio margine per ridurre i tassi d'interesse.


Elezioni presidenziali USA: tutto il mondo ha gli occhi puntati qui


Quest'anno si terranno elezioni in tutto il mondo, ma nessuna sarà più seguita del duello che avrà luogo il prossimo novembre tra il Presidente in carica, Joe Biden, e l'ex Presidente Donald Trump. Il risultato potrebbe generare un cambiamento significativo della leadership politica, innescando potenzialmente cambiamenti politici che potrebbero influenzare il contesto degli investimenti, sia negli Stati Uniti che a livello globale.


Molto dipenderà dalla capacità del candidato presidenziale vincente di assicurarsi un sostegno sufficiente a spingere altri candidati del suo partito alla vittoria, prendendo il controllo del Senato e della Camera dei Rappresentanti all'insegna di un'"ondata rossa" o di un'"ondata blu". In caso contrario, potrebbe verificarsi una situazione di stallo, con pochi cambiamenti attesi. Tuttavia, gli investitori dovrebbero attendersi occasionali picchi di volatilità di mercato nei mesi precedenti l'Election Day.


L'impatto delle elezioni statunitensi sui mercati finanziari


Tabelle comparative che mostrano il potenziale impatto delle elezioni statunitensi sui mercati finanziari. La tabella a sinistra rappresenta i potenziali beneficiari di un'ondata rossa, repubblicana, mentre la tabella a destra rappresenta i potenziali beneficiari di un'ondata blu, democratica. Nel caso di un'ondata rossa, i settori che potrebbero beneficiarne sono: banche e finanziari, che potrebbero beneficiare di una regolamentazione più debole e di requisiti patrimoniali inferiori; aerospazio e difesa, che potrebbero beneficiare di un plausibile aumento della spesa; sanità, che potrebbe beneficiare della deregolamentazione proposta, promuovendo concorrenza ed efficienza, ma questo potrebbe anche portare a prezzi e profitti più bassi; petrolio e gas, che potrebbero beneficiare degli stimoli e della deregolamentazione delle trivellazioni e delle attività estrattive nazionali, ma che potrebbero comportare un prezzo più basso al barile. Nel caso di un'ondata blu, i settori che potrebbero beneficiarne includono: energie rinnovabili e veicoli elettrici, che potrebbero beneficiare della maggiore tutela dell'Inflation Reduction Act (IRA) e di normative ambientali più severe; le telecomunicazioni, che potrebbero beneficiare dell'espansione dei finanziamenti per la banda larga; costruttori di case e industriali, che potrebbero beneficiare dell'aumento dell'immigrazione, mantenendo bassa l'inflazione salariale; tecnologia e manifatturiero, che potrebbero beneficiare del continuo sostegno legislativo per effetto dell'IRA e del CHIPS Act. Le tabelle rappresentano una panoramica generale delle potenziali tendenze elettorali negli Stati Uniti sulla base delle ricerche condotte dal team Night Watch di Capital Group, di un gruppo di economisti, analisti e gestori di portafoglio.

Fonte: Capital Group. Il CHIPS Act si riferisce al Creating Helpful Incentives to Produce Semiconductors Act, una legge approvata dal legislatore statunitense nel 2022 volta a incoraggiare la produzione interna di chip per computer. 

Secondo il team Night Watch di Capital Group, un gruppo di economisti, analisti e gestori di portafoglio che segue questi temi, una vittoria schiacciante dei repubblicani, una cosiddetta "ondata rossa", potrebbe avvantaggiare le banche, le aziende sanitarie e quelle del petrolio e del gas, soprattutto attraverso la deregolamentazione. Una vittoria schiacciante dei democratici, invece, o "ondata blu", potrebbe dare una spinta alle iniziative per le energie rinnovabili, alla spesa per gli incentivi industriali e ai progetti di telecomunicazione, attraverso ulteriori finanziamenti per l'accesso alla banda larga su tutto il territorio nazionale.


Per quanto riguarda le elezioni presidenziali, è ancora troppo presto per fare previsioni. "Mancano ancora alcuni mesi e, in politica, si tratta di un periodo lunghissimo", afferma Matt Miller, economista politico di Capital Group.



Darrell R. Spence è un economista di Capital Group. Ha maturato 29 anni di esperienza nel settore degli investimenti, tutti in Capital Group. Ha conseguito una laurea con lode in economia presso l'Occidental College. Ha inoltre conseguito la qualifica di Chartered Financial Analyst® ed è membro della National Association for Business Economics. Risiede a Los Angeles.

Pramod Atluri ha 20 anni di esperienza nel settore degli investimenti, tre dei quali con Capital Group. Prima di entrare a far parte di Capital, Pramod era un gestore di portafoglio a reddito fisso presso Fidelity Investments e un consulente di gestione presso McKinsey & Company. Ha conseguito un MBA ad Harvard e una laurea in chimica biologica presso l'Università di Chicago. Pramod è anche titolare di un CFA charterholder.  

Brad Freer è un gestore di portafoglio con 28 anni di esperienza nel settore. Ha conseguito una laurea in relazioni internazionali presso il Connecticut College e la qualifica di Chartered Financial Analyst®.


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