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Insight sugli investimenti di Capital Group

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Intelligenza artificiale
Febbre da intelligenza artificiale: è salita troppo?
Chris Buchbinder
Gestore di portafoglio azionario

I mercati finanziari sono in preda all'entusiasmo degli investitori per l'intelligenza artificiale e questa frenesia non mostra segni di cedimento.


Le azioni di NVIDIA, il gigante dei semiconduttori e il principale produttore di chip per intelligenza artificiale, hanno registrato un'impennata del 150% nel primo semestre dell'anno, spingendo il valore di mercato della società a 3.000 miliardi di dollari e rendendola temporaneamente la più grande società al mondo. Anche i colossi tecnologici Microsoft, Amazon e Broadcom, tra i maggiori esponenti che partecipano alla costruzione dell'IA, hanno registrato un rialzo delle loro azioni.


In virtù della sua potenziale capacità di mettere le ali alla produttività in tutti i settori dell'economia, l'IA generativa è chiaramente un concetto essenziale per tutti noi e deve essere compreso non solo dal punto di vista del suo influsso sulla nostra vita e sulla gestione delle nostre attività, ma anche da quello degli investimenti.


Per quanto io creda nel potenziale a lungo termine dell'IA, ho imparato a essere scettico in questi casi, ossia quando i titoli registrano questo genere di impennate e in maniera così rapida. Da analista mi sono occupato delle società di telecomunicazioni alla fine degli anni '90, durante il boom delle aziende tecnologiche e delle telecomunicazioni. Ricordo bene l'enorme entusiasmo per il potenziale di trasformazione dell'economia rappresentato da Internet. Sfortunatamente, si è verificato uno "sganciamento" tra l'entusiasmo immediato degli investitori e i vantaggi economici reali che si sono manifestati anni dopo.


Questa è stata una lezione importante per me. Da allora Internet ha avuto un impatto significativo sull'attività economica, ma i risultati non si sono materializzati immediatamente e gli investitori sono diventati impazienti.


Ecco quindi quattro dei rischi che prendo in considerazione quando valuto l'inserimento di investimenti legati all'IA nei miei portafogli.


1.  Gli investitori spesso sopravvalutano l'impatto a breve termine della tecnologia


Tendiamo a sopravvalutare l'impatto che avrà nel breve termine l'innovazione tecnologica, ma a sottovalutarne quello nel lungo termine. Ciò può essere spiegato dalla curva J della produttività. Quando si introduce la tecnologia, le società e gli investitori sono entusiasti del suo potenziale trasformativo e investono in modo massiccio nella costruzione delle infrastrutture.


I guadagni in termini di produttività derivanti dalle nuove tecnologie spesso richiedono anni per emergere


Il grafico mostra in che modo può diminuire la produttività nella fase iniziale di adozione di una nuova tecnologia, prima di aumentare bruscamente e poi appiattirsi nel tempo. L'asse orizzontale rappresenta il tempo, mentre l'asse verticale rappresenta la crescita della produttività. La linea forma due curve. La prima curva, denominata "minore crescita della produttività misurata", inizia a quota elevata a sinistra e si piega verso il basso, a dimostrazione di una produttività in calo o negativa. La linea successivamente continua per formare una seconda curva, denominata "maggiore crescita della produttività misurata", che sale significativamente al di sopra del punto medio dell'asse della produttività, con un picco verso destra. La linea scende quindi verso il punto medio della produttività prima di appiattirsi. Le didascalie spiegano che il calo della produttività nella fase iniziale coincide con l'investimento di capitale e risorse di manodopera e che la parte in aumento della curva rappresenta guadagni immateriali derivanti dai precedenti investimenti.

Fonti: Capital Group, MIT Initiative on the Digital Economy. L'illustrazione della "curva J" della produttività mostra l'effetto ritardo che l'introduzione di nuove tecnologie può avere sulla produttività totale dei fattori (TFP). Il TFP è misurato come la variazione della produzione economica aggregata che non è associata a variazioni del capitale o della forza lavoro e si avvicina all'impatto dei cambiamenti tecnologici.

Tuttavia, l'adattamento a nuovi strumenti per incrementare la produttività richiede tempo. Le nuove tecnologie possono costituire un ostacolo alla produttività poiché imprese e individui continuano a utilizzare vecchi processi mentre ne imparano e integrano di nuovi. Di conseguenza, possono essere necessari diversi anni prima che si materializzino vantaggi economici tangibili.


Credo che fra 10 anni l'IA avrà trasformato il nostro modo di fare business. Ma ciò non significa che i rendimenti si paleseranno immediatamente o che l'IA sia una scala mobile che si muove solo verso l'alto per le imprese. L'intero processo rappresenta anche un ciclo e sarà soggetto alle stesse leggi della psicologia e dell'economia che abbiamo osservato in altri cicli di innovazione.


2. Il ritmo degli investimenti in conto capitale dipenderà dai risultati


I colossi tecnologici Microsoft, Meta, Alphabet e Amazon hanno investito decine di miliardi di dollari nell'infrastruttura dell'IA. Gran parte di questa spesa è stata destinata ai semiconduttori e ad altri materiali necessari per la realizzazione dei data center. Per poter continuare a spendere a livelli così elevati, mi aspetto che questi cosiddetti hyperscaler (società che rappresentano i principali fornitori di piattaforme internet e cloud) abbiano necessità di vedere un ritorno tangibile del proprio investimento sotto forma di ricavi e, infine, di crescita degli utili.


I colossi tecnologici stanno investendo massicciamente nell'IA e in altri progetti di capitale


Il grafico a barre mostra la percentuale delle spese totali in conto capitale dell'Indice S&P 500 attribuibili ad Alphabet, Amazon, Meta e Microsoft dal 2014 al 2025, mentre le previsioni per il 2024 e il 2025 si basano sulle stime di consensus degli analisti. Le percentuali sono state del 4% per il 2014, del 4% per il 2015, del 5% per il 2016, del 7% per il 2017, del 10% per il 2018, dell'11% per il 2019, del 16% per il 2020, del 19% per il 2021, del 19% per il 2022 e del 16% per il 2023. Si stima che saranno pari al 22% per il 2024 e al 23% per il 2025.

Fonti: Capital Group, FactSet, Standard & Poor's. La percentuale delle spese in conto capitale totali delle Big Tech rappresenta la spesa totale in conto capitale di Alphabet, Amazon, Meta e Microsoft rispetto alla spesa totale in conto capitale dell'Indice S&P 500. Dati al 30 giugno 2024.

Riusciremo a vedere un ritorno dall'IA nel prossimo anno o fra un paio di anni? Credo che per alcune società succederà, ma per molte altre non vedremo questo ritorno. La strada sarà probabilmente accidentata per le società i cui prezzi azionari riflettono già le future aspettative di crescita legate all'IA.


Sono di fronte a un film già visto. Il mercato e le società si entusiasmano riguardo a un'opportunità di crescita e investono in misura significativa in tale opportunità. In questo caso, ciò significa spendere in modo massiccio sull'infrastruttura legata all'IA. Quando il mercato cambia idea e decide che la spesa è un fattore negativo, le società finiscono per allinearsi a questa tesi e iniziano a tagliare la spesa. Questa non è la logica che si riscontra al momento per gli investimenti legati all'intelligenza artificiale, ma quando il mercato cambierà idea, alla fine si vedrà che questa logica si farà strada nel settore e la spesa diminuirà.


Nel 2022, il mercato ha di fatto punito alcune società leader orientate alla crescita che stavano spendendo in modo aggressivo perché non si vedeva la redditività degli investimenti. Meta, capogruppo di Facebook, nello specifico ha reagito dichiarando il 2023 un anno dedicato all'efficienza e ha adottato misure aggressive per tagliare le spese. 


Oggi penso che lo spirito di efficienza sia ancora presente nelle grandi società tecnologiche. Mi aspetto che queste società siano più disciplinate sul fronte degli investimenti e sull'orientamento degli utili di quanto non lo siano state in passato e che alla fine mostreranno rigore sulla spesa legata all'intelligenza artificiale. In tal caso, ciò potrebbe determinare un appiattimento del CapEx ma anche sorprese a livello di utili e margini nei prossimi anni.


3.  I vincoli relativi alle risorse potrebbero rallentare ulteriormente l'implementazione dell'IA


La costruzione di un'infrastruttura di IA richiede molte risorse, non da ultimo il talento umano. Ciò include non solo le persone in grado di creare i modelli di base dai quali dipende l'IA generativa, ma anche quelle che sanno come implementarli nelle imprese. L'IA richiede anche una grande quantità di elettricità per far funzionare i propri data center.


Di conseguenza, la domanda di energia è in aumento, il che esercita pressione sulla rete. Gli hyperscaler sono diventati fornitori di energia nucleare per contribuire a soddisfare le loro enormi esigenze energetiche. A marzo, Amazon ha acquistato un data center di Talen Energy per accedere all'energia nucleare da un vicino impianto di Talen in Pennsylvania. A giugno, Microsoft ha stretto un accordo con Constellation Energy per alimentare uno dei suoi data center in Virginia con energia nucleare.


I potenziali vincoli di capacità suggeriscono che i data center di IA potrebbero non essere in grado di crescere alla stessa velocità attesa da alcuni nei prossimi anni.


4.  Le bolle possono risultare molto dolorose


L'lA è entrata nel territorio delle bolle? Non lo so, ma sembriamo essere sempre più vicini a una di queste bolle. Come già detto, la mia esperienza in qualità di analista delle telecomunicazioni alla fine degli anni '90 mi ha consentito di avere un posto in prima fila per assistere prima all'espansione e dopo allo scoppio della bolla tecnologica e delle telecomunicazioni, quindi so quanto possa risultare dolorosa la fase calante di questi cicli di mercato. So anche che i cicli tendono a manifestarsi anche se gran parte delle promesse a lungo termine finisce per essere mantenuta, sia che si tratti di internet negli anni '90 e 2000 o che si tratti di IA oggi. 


A differenza della bolla tecnologica degli anni '90, i recenti guadagni dei titoli tecnologici sono stati sostenuti dalla crescita degli utili


Il grafico a linee confronta i rapporti prospettici prezzo/utili (P/E) del settore dell'Indice S&P 500 Information Technology per due periodi: i 24 mesi chiusi al 29 febbraio 2000, poco prima dello scoppio della bolla delle dot-com e i 24 mesi chiusi al 30 giugno 2024. L'asse x rappresenta il periodo dai 24 mesi precedenti la fine di ciascun periodo. L'asse verticale misura il rapporto prospettico P/E che va da 10 volte gli utili a 70 volte gli utili. Il rapporto P/E che traccia la linea per il periodo della bolla delle dot-com inizia a 26,7 volte gli utili e raggiunge un picco di 64,4 volte gli utili ad appena pochi giorni prima della fine del periodo. Il rapporto P/E che traccia la linea per il periodo più recente inizia a 20,0 volte gli utili e raggiunge un picco di 34,1 volte gli utili circa cinque mesi prima della fine del periodo, per poi fluttuare, chiudendo il periodo a 33,0 volte gli utili.

Fonti: Capital Group, FactSet, Standard & Poor's. L'Indice S&P 500® Information Technology è costituito dalle società incluse nell'Indice S&P 500 che sono classificate come componenti del settore IT di GICS®. Il rapporto P/E prospettico rappresenta il rapporto tra i prezzi dei titoli e le stime prospettiche di consensus degli utili per azione a 12 mesi. I due anni prima della bolla delle dot-com rappresentano i 24 mesi chiusi al 29 febbraio 2000. Gli ultimi due anni sono i 24 mesi chiusi al 30 giugno 2024.

A onor del vero, l'entusiasmo nei confronti dei titoli legati all'IA è diverso da quello della bolla degli anni '90. Innanzitutto, NVIDIA e altri giganti tecnologici hanno registrato una forte crescita degli utili negli ultimi trimestri e hanno più sostegno alle valutazioni rispetto ai titoli leader del 2000. Tuttavia, mi aspetto che, a un certo punto, nei prossimi 12-24 mesi, si raggiunga un'area di disincanto, in cui la crescita si interrompa. Nonostante quella che è stata una forte tendenza persistente, alcuni dei principali titoli legati all'IA potrebbero subire un marcato arretramento. Inoltre, all'inizio di un importante ciclo di innovazione non è sempre chiaro quali società emergeranno quali vincitori nel lungo termine, quindi è importante che gli investitori siano consapevoli dei rischi.


Anche se l'IA dovesse soddisfare le aspettative più ottimistiche del proprio potenziale, resta il rischio che gli investitori possano perdere una discreta somma di denaro lungo il percorso. Quando è scoppiata la bolla tecnologica e delle telecomunicazioni nel 2000, molte società hanno chiuso i battenti, mentre altre hanno subito bruschi cali del valore di mercato. Ci sono voluti anni per recuperare terreno. Alla fine degli anni '90, Cisco Systems, produttore di hardware di rete e apparecchiature per telecomunicazioni per internet, ha registrato un'impennata delle sue azioni, il che l'ha resa la società di maggior valore dell'S&P 500. Dopo lo scoppio della bolla, le azioni sono crollate di circa l'80% a causa dei tagli alla spesa da parte delle società di telecomunicazioni. La società deve ancora recuperare terreno per tornare ai massimi di quel periodo.


In conclusione


Oggi attraversiamo un periodo di crescente entusiasmo per l'IA e non metto in dubbio tale entusiasmo. Penso che l'IA sarà straordinaria e molto importante. Tuttavia, ritengo che a questo punto del ciclo gli investitori debbano essere selettivi e considerare attentamente i rischi.



Chris Buchbinder è gestore di portafoglio azionario con 28 anni di esperienza nel campo degli investimenti (al 31/12/2023). Ha conseguito una laurea in economia e relazioni internazionali presso la Brown University.


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