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Volatilità di mercato
Guida alle riprese dei mercati azionari

I ribassi dei mercati sono fonte di preoccupazione per numerosi investitori. Tuttavia, per quanto possano rappresentare momenti di estrema difficoltà, i mercati ribassisti possono anche offrire opportunità. Gli investitori che trovano il coraggio e la convinzione per tenere fede ai propri piani a lungo termine sono stati spesso premiati dalla ripresa dei mercati.


L'intento del nostro articolo è aiutare gli investitori a riacquistare fiducia, fornendo loro alcuni spunti interessanti:


- 3 peculiarità delle riprese dei mercati


- 3 errori che gli investitori dovrebbero evitare


3 peculiarità delle riprese dei mercati


Peculiarità n. 1: le riprese tendono ad essere molto più lunghe e solide delle recessioni.


La buona notizia è che le fasi di ribasso dei mercati tendono a durare relativamente meno rispetto a quelle di ripresa. Quando si è nel bel mezzo di una crisi, questa parrebbe non finire mai; in realtà, l'impatto di una fase ribassista è molto meno incisivo dello slancio a lungo termine di una fase rialzista.


Sebbene ogni contrazione dei mercati sia a sé stante, i periodi di ribasso statunitensi dal 1950 sono durati in media 12 mesi, a fronte di mercati rialzisti con durata cinque volte più lunga.


Altrettanto evidente è la differenza nei rendimenti. Sebbene i rialzi abbiano offerto mediamente un guadagno del 265%, le riprese non seguono quasi mai un tracciato regolare. Gli investitori sono spesso chiamati a confrontarsi con notizie allarmanti, una forte volatilità e ulteriori flessioni azionarie. Tuttavia, gli investitori che hanno mantenuto saldo il proprio obiettivo, si sono ritrovati in una posizione più vantaggiosa quando la ripresa ha iniziato a manifestarsi.


Peculiarità n. 2: i mercati si riprendono in tempi relativamente brevi dalle forti contrazioni.


Ogni mercato rialzista è stato più lungo di quello ribassista precedente

Fonti: Capital Group, RIMES, Standard & Poor's. Include i rendimenti giornalieri nell'Indice S&P 500 dal 13/06/1949 al 30/06/2023. La fase rialzista del mercato iniziata il 12/10/2022 è considerata attuale e non è inclusa nei calcoli della "media del mercato rialzista". I mercati ribassisti si riferiscono a declini "picco-fondo" dei prezzi del 20% o superiore nell'Indice S&P 500. I mercati rialzisti si riferiscono a tutti gli altri periodi. I rendimenti sono espressi in USD e sono mostrati su una scala logaritmica. I risultati passati non sono una previsione dei risultati futuri.

Non possiamo dire con certezza come sarà la prossima fase di rilancio, ma la storia dimostra che i titoli azionari tendono a riprendersi con grande vigore dopo profondi declini. Osservando i 18 maggiori crolli del mercato dalla Grande Depressione, emerge come in ogni caso l'Indice S&P 500 si sia sempre ripreso a distanza di cinque anni, registrando in quei periodi rendimenti medi annui superiori al 18%.


Grazie a un rapido recupero dai minimi di mercato, anche i rendimenti sono stati spesso più consistenti dopo i ribassi più marcati. Nel primo anno dopo i cinque più drammatici ribassi del mercato dal 1929 i rendimenti medi erano del 70,9%, a riprova dell'importanza di mantenere i propri investimenti, anziché affrettarsi a vendere le azioni per paura della volatilità dei mercati. Sebbene questi siano stati i rendimenti medi di queste fasi di ripresa, ognuna di esse è stata diversa dall'altra ed è molto probabile che qualsiasi ripresa futura possa essere più attenuata.


Peculiarità n. 3: alcune delle società più influenti al mondo sono nate proprio durante le riprese dei mercati.


I peggiori mercati ribassisti statunitensi sono stati tutti seguiti da una forte ripresa

Fonti: Capital Group, RIMES, Standard & Poor's. Al 30/06/2023. Le flessioni del mercato si basano sulle cinque maggiori contrazioni del rendimento dei prezzi nel valore dell'Indice S&P 500 (esclusi i dividendi e/o le distribuzioni) con un recupero del 100% dopo ogni contrazione. Il rendimento per ciascuno dei cinque anni successivi a un minimo è un rendimento a 12 mesi basato sulla data del minimo ed è indicato come rendimento totale (inclusi i dividendi reinvestiti e/o le distribuzioni). Gli investitori non possono investire direttamente in un indice. I risultati passati non sono una previsione dei risultati futuri.

Molte società fondate nei periodi di contrazione economica sono diventate realtà di spicco a livello globale.


Per citare giusto qualche esempio: McDonald's è nata nel 1948 a seguito di una flessione causata dalla smobilitazione del governo degli Stati Uniti da un'economia di guerra. Walmart è stata fondata 14 anni dopo, più o meno in corrispondenza del "Flash Crash del 1962", corrispondente a un periodo in cui l'Indice S&P 500 ha perso il 27%. Airbus, Microsoft e Starbucks hanno visto i loro natali nell'era della stagflazione degli anni '70, un decennio caratterizzato da due recessioni e da uno dei mercati ribassisti peggiori della storia americana. Non molto tempo dopo, Steve Jobs ha deciso di avviare nel suo garage una piccola società di computer chiamata Apple.


La storia insegna che le società solide trovano sempre un modo per sopravvivere e persino prosperare anche in tempi difficili. Chi è in grado di adattarsi e rafforzarsi in condizioni ostiche, spesso ha saputo fare investimenti interessanti a lungo termine.


La ricerca fondamentale di tipo bottom-up è essenziale per distinguere le realtà in grado di cavalcare una ripresa economica da quelle che invece hanno maggiori probabilità di rimanere indietro.


3 errori che gli investitori dovrebbero evitare


Molte imprese hanno avviato la loro attività in un contesto di volatilità dei mercati

Fonte: Capital Group. Al 30/06/2023. I mercati ribassisti si riferiscono a declini "picco-fondo" dei prezzi del 20% o superiore nell'Indice S&P 500. I mercati rialzisti si riferiscono a tutti gli altri periodi.

Errore n. 1: cercare di indovinare le tempistiche dei mercati.


Nel mondo degli investimenti è il tempo che conta, non il "timing". Ritirare i propri capitali nelle fasi di ribasso implica che, se non si riesce a reinvestire al momento giusto, non si potrà godere appieno dei vantaggi della ripresa.


Consideriamo l'esempio di un ipotetico investimento di $ 10.000 nell'Indice S&P 500 effettuato il 1° luglio 2013 e mantenuto per 10 anni. Mantenere l'investimento durante i due mercati ribassisti di quel periodo può essere stato difficile, ma il portafoglio di questo ipotetico investitore paziente sarebbe quasi triplicato. Se questo stesso investitore avesse invece cercato di indovinare il timing del mercato e avesse perso anche solo alcuni dei giorni più proficui, avrebbe danneggiato in modo significativo i risultati conseguiti nel lungo termine. Quindi, più sono i giorni "buoni" persi, maggiori sono le opportunità mancate.


Gli investitori più restii a mettere a frutto l'intero capitale in eccesso in una sola volta dovrebbero considerare la media di costo del dollaro nei mercati volatili. La media di costo del dollaro durante una fase di ribasso consente di acquistare un maggior numero di azioni a un costo medio inferiore e, quando i mercati si rialzano, le azioni in più possono aumentare il valore del portafoglio.


Errore n. 2: lasciarsi influenzare da articoli giornalistici negativi e non investire nella convinzione che sia un brutto momento per farlo.


Perdersi anche solo alcuni dei giorni migliori del mercato può danneggiare i rendimenti degli investimenti

Fonti: RIMES, Standard & Poor's. Al 30/06/2023. Valori in USD, impatto dei dividendi escluso. I risultati passati non sono una previsione dei risultati futuri.

Le sfide economiche e geopolitiche dei nostri giorni potrebbero sembrare uniche, ma uno sguardo più approfondito alla storia dimostra che ci sono sempre stati dei motivi per non investire. Malgrado gli articoli giornalistici negativi, il trend del mercato a lungo termine è sempre stato al rialzo. In effetti, le migliori opportunità d'investimento emergono spesso quando gli investitori sono particolarmente pessimisti.


Consideriamo un ipotetico investimento nell'Indice S&P 500 il giorno del bombardamento di Pearl Harbor, il 7 dicembre  1941. Chiunque abbia mantenuto i propri investimenti nei 10 anni successivi, dovrebbe aver ottenuto un rendimento annuo medio del 16%. Analogamente, un investimento di $ 10.000 nell'Indice S&P 500 il giorno in cui Lehman Brothers dichiarò il fallimento il 15 settembre  2008 sarebbe salito a oltre $ 30.000 a distanza di 10 anni. E la storia è piena di esempi come questi.


Errore n. 3: concentrarsi troppo sulle dinamiche di breve termine.


La volatilità rappresenta un aspetto critico soprattutto quando ci si concentra sulle oscillazioni a breve termine. Al contrario, è bene estendere il proprio orizzonte temporale, focalizzandosi sulla crescita degli investimenti in un'ottica di lungo periodo e sui progressi compiuti per raggiungere i propri obiettivi.


Lo dimostra il grafico seguente, che illustra due approcci opposti a uno stesso ipotetico investimento. L'approccio a breve termine è tipico di molti investitori, che monitorano i rendimenti dei loro portafogli su periodi di tempo limitati. L'approccio a lungo termine si riferisce al medesimo investimento nello stesso arco temporale, ma mostra la variazione annua nel valore del portafoglio investito. Da questa prospettiva, emerge come, col passare del tempo, le fluttuazioni a breve termine del primo grafico si appianino, lasciando spazio a un più chiaro tracciato di crescita del portafoglio.


Due prospettive dello stesso investimento raccontano una storia molto diversa

Fonti: Standard & Poor's. La prospettiva a breve termine rappresenta l'Indice S&P 500 e riflette i rendimenti mensili totali dal 30/06/2013 al 30/06/2023. La prospettiva a lungo termine è rappresentata da un ipotetico investimento iniziale di $ 10.000 nello stesso indice dal 30/06/2013 al 30/06/2023.


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