Com'è possibile che in queste tre lettere si concentri una gamma così vasta di argomenti cruciali per gli investitori? È una domanda che mi pongo spesso. Naturalmente, il focus dell'attenzione sui temi ambientali, sociali e di governance (ESG) si sposta e cambia di intensità, lasciando spesso dietro di sé una scia di attività. Eppure, il numero di questioni con cui si trovano alle prese gli investitori continua a crescere.
Come mi ha spiegato di recente un leader aziendale di lunga data, quindici anni fa, le tematiche che doveva affrontare vertevano essenzialmente su margini e volumi. Oggi gli investitori si aspettano che "sappia tutto di tutto". Dalle politiche sulla diversità nei consigli di amministrazione ai risultati dei fornitori in materia di sicurezza fino alla geopolitica nel Medio Oriente, tutte le questioni sono ormai sul tavolo.
Pensando a ciò che ci attende il prossimo anno e negli anni a venire, sono innumerevoli i temi cruciali che rientrano nel mio "radar ESG". Cinque degli sviluppi più importanti che si profilano all'orizzonte riguardano, a mio avviso, le catene di approvvigionamento, l'intelligenza artificiale, la transizione energetica, gli emittenti sovrani (emittenti governativi di obbligazioni) e la biodiversità.
Alcuni di questi argomenti potrebbero sembrare di nicchia. Altri, ovviamente, sono già sotto la luce dei riflettori. Ciascuno di essi, comunque, è potenzialmente in grado di creare opportunità e rischi significativi e, pertanto, dovrebbe essere nel radar degli investitori nel 2024 e oltre.
1. Le autorità di regolamentazione puntano maggiormente l'attenzione sulle catene di approvvigionamento
Così come i consumatori curiosi desiderano sapere come e dove è stato prodotto ciò che acquistano, anche i governi e le autorità di regolamentazione vogliono avere delle risposte.
Le nuove iniziative volte a migliorare la trasparenza nelle catene di approvvigionamento aziendali stanno spingendo molte aziende a rivedere le proprie operazioni e la relativa rendicontazione. In alcuni settori, i miglioramenti in termini di disponibilità e qualità dei dati nelle diverse fasi della catena di approvvigionamento stanno favorendo notevolmente la trasparenza.
Per gli investitori, i costi della conformità, le modifiche operative e le sanzioni per inadempienza normativa possono incidere in modo significativo sui profitti. Tra i recenti sviluppi degni di nota figurano il Regolamento dell'Unione europea (UE) sulla deforestazione (le proposte sono ancora in fase di discussione) nonché le leggi sulla due diligence in materia di lavoro forzato e catene di approvvigionamento, rispettivamente negli Stati Uniti e in Germania.
Un'altra iniziativa dell'UE, a mio parere tra le più trasformative, è la Direttiva sulla due diligence ai fini della sostenibilità aziendale (CSDDD, Corporate Sustainability Due Diligence Directive) che avrà ripercussioni globali. Costringerà infatti le società a stabilire delle pratiche di due diligence volte ad affrontare l'impatto negativo sui diritti umani e sull'ambiente delle loro operazioni e delle attività svolte dalle rispettive controllate e dai partner in tutta la catena del valore.
I dettagli devono ancora essere finalizzati ma, in base all'ultima proposta concordata e pubblicata dal Consiglio dell'Unione europea a marzo 2024, si prevede che la direttiva verrà attuata gradualmente a partire dal 2027. Le prime a rientrare nel suo ambito di applicazione saranno le società con almeno 5.000 dipendenti e un fatturato superiore a 1,5 miliardi di euro. Nella proposta originaria, sono state suggerite sanzioni per mancata conformità equivalenti al 5% delle entrate lorde globali. Il testo normativo del marzo 2024 indica che "gli Stati membri devono garantire che la sanzione pecuniaria sia commisurata al fatturato netto mondiale della società al momento dell'imposizione".